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La pronazione dolorosa, nota anche come "sublussazione transitoria del gomito" o "gomito della bambinaia", è una delle lesioni traumatiche più comuni nei bambini sotto i 5 anni. Si stima che circa il 20-30% dei casi di lesioni al gomito nei bambini rientri in questa categoria, con un’incidenza particolarmente elevata nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni. In Italia, la pronazione dolorosa è una delle cause principali di visita al pronto soccorso pediatrico per traumi minori, sebbene non esistano dati precisi a livello nazionale, la frequenza riportata da vari studi regionali indica che questa condizione è più comune nelle aree urbane, probabilmente a causa di una maggiore propensione al gioco attivo e alle attività che comportano un rischio di trazione del braccio.
Patogenesi e fisiopatologia della pronazione dolorosa
La pronazione dolorosa si verifica quando il legamento anulare, che circonda il collo del radio e lo mantiene in sede contro l’ulna, subisce un trauma da trazione. Questo legamento è più lasso nei bambini piccoli, rendendo più facile la sublussazione della testa del radio al di sotto di esso. Questo fenomeno avviene solitamente a seguito di una trazione brusca sul braccio esteso e pronato, come nel caso di un adulto che tira improvvisamente il braccio di un bambino per evitare una caduta, o durante un gioco. L’anatomia dei bambini più piccoli predispone alla lesione, poiché la testa del radio non è ancora completamente sviluppata e il legamento anulare è più sottile e meno resistente.
L’evento scatenante tipico è quindi una forza di trazione applicata all’avambraccio, che porta alla sublussazione della testa del radio al di sotto del legamento anulare, causando dolore acuto e limitazione funzionale immediata. Il bambino spesso immobilizza il braccio, tenendolo in leggera flessione con l’avambraccio in pronazione, rifiutando di utilizzarlo a causa del dolore.
Diagnosi e trattamento della pronazione dolorosa
Il riconoscimento clinico della pronazione dolorosa è solitamente rapido e si basa su un’anamnesi suggestiva e su segni clinici caratteristici. La storia tipica include un episodio di trazione sull’avambraccio seguito da un dolore immediato e incapacità di muovere il gomito. Il bambino può essere irritabile e spesso si osserva una riduzione marcata della mobilità dell’arto, con il bambino che evita di usare il braccio colpito. L’esame obiettivo rivela generalmente un arto superiore privo di deformità visibile, ma il bambino può mostrare riluttanza a pronare o supinare l’avambraccio. Non sono presenti segni di frattura come gonfiore, ematomi o deformità angolari, e l’ispezione può risultare altrimenti normale, salvo l’immobilizzazione dolorosa.
Il trattamento della pronazione dolorosa è immediato e consiste nella riduzione manuale della sublussazione. Esistono due manovre principali per la riduzione: la supinazione forzata dell’avambraccio seguita da flessione del gomito e la manovra di iperpronazione. La prima prevede la supinazione dell’avambraccio con contemporanea flessione del gomito, mentre la seconda consiste nella semplice iperpronazione dell’avambraccio senza flessione. Entrambe le tecniche sono efficaci, sebbene alcuni studi abbiano suggerito che la manovra di iperpronazione possa essere associata a un tasso di successo leggermente più elevato e a minore dolore durante l’esecuzione.
Dopo la riduzione, il sollievo dal dolore è immediato e il bambino riprende quasi subito l’uso normale del braccio, confermando così la diagnosi clinica. Raramente, può essere necessario un secondo tentativo di riduzione o ulteriori esami diagnostici se la riduzione non ha successo al primo tentativo.
Prevenzione
La prevenzione della pronazione dolorosa si basa principalmente sull’educazione dei genitori e dei caregiver. È essenziale informare gli adulti che la trazione brusca del braccio di un bambino piccolo può facilmente provocare questa lesione. Inoltre, si raccomanda di evitare giochi o attività che comportino il sollevamento o il tirare il bambino per le mani o i polsi. In ambito clinico, è utile ricordare ai genitori che, dopo un primo episodio, il rischio di recidiva è aumentato a causa della lassità residua del legamento anulare, rendendo ancora più importante la prevenzione.
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Ottobre 2024 © Trenta e Due
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