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el vasto panorama dei dispositivi medici, il pallone di AMBU occupa sicuramente un posto di rilievo: questo strumento, dal design semplice ma efficace, ha rivoluzionato il campo della rianimazione cardio-polmonare.
La sua storia risale agli anni ’50, quando l’anestesista danese Henning Ruben inventò il primo pallone auto-riempiente, un dispositivo che avrebbe cambiato per sempre il corso della medicina d’emergenza. Da allora, il pallone di AMBU è diventato uno strumento indispensabile, utilizzato in tutto il mondo per fornire supporto vitale in situazioni critiche.
Il Percorso del Pallone di AMBU
Come anticipato, il “BVM” (Bag Valve Mask), comunemente noto come pallone di AMBU, è un dispositivo che ha avuto origine nel 1956. L’acronimo “AMBU” sta per “Artificial Manual Breathing Unit”, un termine che riflette la sua funzione principale di fornire ventilazione artificiale.
Il suo design ha subito molteplici evoluzioni dal suo debutto, infatti, inizialmente era un dispositivo monouso, ma le versioni più recenti sono state progettate per essere riutilizzabili e sterilizzabili. Le versioni moderne, inoltre, includono anche valvole di sicurezza per prevenire la sovrappressione nei polmoni del paziente, cosa che inizialmente non era presente.
Il pallone di AMBU ha guadagnato una posizione di rilievo nella medicina d’emergenza, con un utilizzo globale e le stime indicano che ogni anno vengono impiegati milioni di questi dispositivi. Il suo ruolo è fondamentale in numerose procedure di emergenza, tra cui la rianimazione cardio-polmonare e la ventilazione assistita.
Utilizzo Corretto del Pallone di AMBU
Il corretto utilizzo del pallone di AMBU richiede una formazione adeguata, poiché un uso improprio può causare danni al paziente. Ecco il funzionamento sommario del dispositivo, con qualche indicazione utile:
•Preparazione: assicurarsi che le vie aeree del paziente siano libere e aperte e scegliere la dimensione appropriata del pallone di AMBU per il soggetto da assistere.
•Connessione all’ossigeno: se disponibile, collegare il pallone di AMBU a una fonte di ossigeno.
•Posizionamento della maschera: posizionare la maschera sul viso del paziente, assicurandosi che sia ben sigillata attorno a bocca e naso.
•Ventilazione: comprimere il pallone per generare una pressione interna superiore alla pressione atmosferica; durante questa manovra, si genera un flusso d’aria che permette alla valvola unidirezionale prossimale di aprirsi e alla valvola unidirezionale distale di chiudersi, inviando il flusso ai polmoni del paziente.
•Rilascio del pallone: quando il pallone viene rilasciato, la pressione negativa creata all’interno genera l’effetto opposto sulle valvole e chiude la valvola prossimale mentre la valvola distale si apre. In questo modo il pallone viene automaticamente riempito nuovamente.
È importante notare che non ci sono controindicazioni assolute all’uso del pallone di AMBU, in tutte le condizioni in cui la ventilazione del soggetto non risulta adeguata o appare difficoltosa, dopo aver verificato l’assenza di ostruzioni rimovibili in loco, è bene supportare lo sforzo respiratorio tramite questo strumento. Tutto ciò vale fino al momento in cui una diagnosi accurata avrà identificato un intervento di supporto migliore e specifico per il paziente.
In conclusione, il pallone di AMBU rimane uno strumento fondamentale nella medicina d’emergenza. La sua storia, la sua evoluzione e il suo impatto sulla pratica medica sottolineano l’importanza di questo dispositivo salvavita.
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Ottobre 2024 © Trenta e Due
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