Arresto respiratorio: un’emergenza da gestire


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Arresto respiratorio: un’emergenza da gestire

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L’arresto respiratorio rappresenta una delle emergenze mediche più critiche, richiedendo un intervento immediato e competente da parte dei professionisti sanitari. Questa condizione, che può derivare da una serie di cause, tra cui malattie polmonari, trauma, sovradosaggio di farmaci e condizioni neurologiche, comporta la cessazione della respirazione, mettendo a rischio la vita del paziente.
Di conseguenza, la comprensione delle tecniche di rianimazione, la familiarità con le attrezzature di emergenza e la capacità di riconoscere rapidamente i segni di un imminente arresto respiratorio sono competenze fondamentali per ogni sanitario. Qui troverai una panoramica completa sull’argomento, sottolineando l’importanza di queste competenze nella pratica clinica quotidiana.

Cause, segni e fattori di rischio dell’arresto respiratorio
Come anticipato, l’arresto respiratorio può essere causato da una serie di fattori, che si riassumono in tre famiglie: l’ostruzione delle vie aeree, un riflesso centrale diminuito e l’inefficacia dei muscoli respiratori.
L’ostruzione delle vie aeree caratterizza le condizioni acute tendenzialmente, in quanto gli altri due gruppi di cause si instaurano lentamente nella maggior parte dei casi. In particolare, la difficoltà meccanica di respirazione può verificarsi a causa della presenza di vomito, muco o sangue, la perdita momentanea di coscienza che provoca lo scivolamento della lingua nella faringe inferiore, o l’inalazione di corpi estranei. Altre cause includono l’inalazione di fumi o gas tossici, strangolamento o forti colpi alla trachea, e sovradosaggio di farmaci, che però causa un minore riflesso centrale.
Ulteriori cause acute possono essere centrali, come nel caso di ictus ischemico o emorragico di strutture del tronco encefalico, in cui sono presenti i centri della respirazione.
I segni associati all’arresto respiratorio includono l’assenza di movimenti del torace (o movimenti tentati ma senza successo nel caso di ostruzione), l’assenza di flusso d’aria a livello della bocca e del naso, e la cianosi (colorito bluastro della cute).

Gestione del paziente in arresto respiratorio
Il trattamento consiste nello stabilire una via aerea alternativa e nel fornire una ventilazione meccanica secondo i bisogni.
La "pulizia" delle vie aeree superiori è il primo passo fondamentale. Questo può essere ottenuto attraverso tecniche di base come il posizionamento della testa e del collo in estensione, compressioni addominali e colpi interscapolari, o tramite disostruzione manuale con le dita.
Per mantenere un passaggio aereo aperto, si possono utilizzare vari dispositivi meccanici, la ventilazione con maschera dotata di pallone con valvola è una tecnica comune utilizzata per fornire ventilazione durante la rianimazione cardiopolmonare (RCP). Le maschere sovraglottiche sono un altro strumento utile per fornire la ventilazione d’emergenza a pazienti incoscienti o a pazienti senza un riflesso faringeo.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario stabilire una via aerea alternativa attraverso tecniche come l’intubazione tracheale, o in situazioni estreme, potrebbe essere necessario l’accesso chirurgico alle vie aeree, tramite tracheotomia.
Qualunque siano le tecniche di gestione delle vie aeree utilizzate per un paziente in arresto respiratorio, il volume corrente iniziale deve essere di 6-8 mL/kg di peso corporeo ideale e la frequenza respiratoria deve essere di 8-10 respiri/minuto per evitare conseguenze emodinamiche negative. È sempre da ricordare che la gestione efficace dell’arresto respiratorio richiede non solo la conoscenza e la competenza nell’uso di questi strumenti e tecniche, ma anche la capacità di riconoscere rapidamente i segni di un imminente arresto respiratorio e di intervenire prontamente.

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