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L’ictus rappresenta un argomento di cruciale importanza nel panorama sanitario. La tempestività di riconoscimento e intervento può determinare esiti significativamente diversi per il paziente, influenzando sia la sopravvivenza che la qualità della vita nel post.
Gli ictus possono manifestarsi con una vasta gamma di sintomi, la cui riconoscibilità può rappresentare una sfida, ed ecco perché sono presenti diversi score che rappresentano una guida nella diagnosi garantendo una maggiore accuratezza terapeutica.
Cosa è l’ictus
L’ictus, noto anche come attacco cerebrovascolare, è una condizione medica che si verifica quando l’apporto di sangue a una parte del cervello viene interrotto o ridotto, impedendo alle cellule cerebrali di ricevere l’ossigeno e i nutrienti necessari e sufficienti.
Ci sono due tipi principali di ictus: l’ictus ischemico e l’ictus emorragico. L’ictus ischemico si verifica quando il flusso viene interrotto generando un danno ipossico a valle. L’ictus emorragico, invece, si verifica quando un vaso sanguigno nel cervello si rompe, causando un sanguinamento all’interno della scatola cranica e conseguente danno.
Sintomi variabili: come riconoscere l’ictus
La presentazione clinica di un ictus può variare notevolmente a seconda della regione del cervello interessata. Questo è dovuto alla specializzazione funzionale delle diverse aree cerebrali, ecco di seguito sono riportati alcuni esempi di come la localizzazione dell’ictus può influenzare i sintomi:
-Ictus del lobo frontale: regione responsabile di molte funzioni importanti, tra cui il movimento volontario, l’espressione del linguaggio e la regolazione del comportamento. Un ictus in questa zona può causare paralisi o debolezza su un lato del corpo, difficoltà nel parlare (afasia), cambiamenti nel comportamento o nella personalità, e problemi con la pianificazione e l’organizzazione
-Ictus del lobo parietale: coinvolta nella percezione sensoriale e spaziale, un danno qui può portare a problemi di percezione, come la difficoltà a riconoscere gli oggetti o le persone, o a problemi di coordinazione ed equilibrio
-Ictus del lobo occipitale: responsabile della vista, se danneggiata può causare problemi visivi, come la perdita della vista su un lato del campo visivo
-Ictus del lobo temporale: coinvolta nell’udito e nella memoria, un ictus qui può portare a problemi di memoria o di comprensione del linguaggio
Questi sono solo esempi di presentazioni, ecco perché esistono schemi come il protocollo FAST (Face, Arms, Speech, Time), ovvero uno strumento utile per il riconoscimento rapido dei sintomi dell’ictus. Questo acronimo rappresenta i principali sintomi da cercare e sottolinea l’importanza di agire rapidamente.
-F: Chiedere alla persona di sorridere. Un lato del viso cade?
-A: Chiedere alla persona di sollevare entrambe le braccia. Un braccio cade?
-S: Chiedere alla persona di ripetere una semplice frase. Il discorso è strano o incomprensibile?
-T: Se si osservano uno o più di questi segni, è importante intervenire immediatamente, in questi casi si usava dire “time is brain”, ovvero, ogni minuto che passa dall’evento diminuisce le possibilità di un ritorno funzionale completo
Una volta riconosciuto il quadro è fondamentale studiare la condizione tramite Glasgow Coma Scale (GCS), trattata in un articolo a parte.
Trattamento dell’ictus in emergenza
La terapia dell’ictus si differenzia dipendentemente dall’eziologia dell’evento, in ogni caso la riperfusione del tessuto è l’assoluta priorità.
Per gli ictus ischemici, il trattamento può includere farmaci che dissolvono i coaguli di sangue, noti come trombolitici, il più comune di questi è l’attivatore tissutale del plasminogeno (tPA), che deve essere somministrato entro tre ore dall’inizio dei sintomi per essere più efficace.
Nel caso di ictus emorragico invece, la terapia d’elezione è quella chirurgica per rimuovere il sangue dal cervello e riparare i vasi sanguigni danneggiati. Inoltre, i farmaci possono essere utilizzati per controllare la pressione sanguigna e ridurre il rischio di ulteriori sanguinamenti.
In ogni caso, indipendentemente dal tipo di ictus, la riabilitazione gioca un ruolo cruciale nel recupero del paziente nel periodo che segue, questa infatti ha dimostrato grande efficacia nel recupero funzionale di zona colpite dal danno ischemico.
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Ottobre 2024 © Trenta e Due
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